Infertilità Femminile

      Infertilità Femminile

      Il sistema riproduttivo femminile è costituito da 4 compartimenti principali, ovaie, tube, utero e vagina, che agiscono sinergicamente e di concerto affinché il concepimento possa realizzarsi. L’ovaio è un organo con funzioni endocrine e riproduttive, responsabile della produzione di ormoni sessuali e dei fenomeni di maturazione e rilascio dell’ovocita. La tuba rappresenta un microambiente deputato a molteplici funzioni, quali la captazione dell’ovocita, il nutrimento degli spermatozoi e il trasporto dell’embrione, che, dallo stato di zigote, migra all’interno della cavità uterina impiantandosi in quinta giornata di sviluppo. L’utero, oltre ad accogliere l’ovocita fecondato, è la struttura in cui quest’ultimo si svilupperà fino a formare il feto. La vagina, infine, rappresenta l’organo copulatorio, ossia il primo ambiente capace di accogliere il pene e lo sperma durante l’accoppiamento. Alterazioni morfologiche e/o funzionali di tali organi sono responsabili di quadri di infertilità femminile.

      Le principali cause di infertilità femminile sono le seguenti:

      • Fattore età: la fertilità femminile è una condizione biologica strettamente dipendente dall’età e dal fattore “tempo”. Il picco massimo di fertilità si raggiunge intorno ai 25 anni; successivamente, si assiste ad un lento declino del potenziale riproduttivo in maniera costante e graduale fino ai 35 anni seguito da una più marcata riduzione dopo i 35 anni. Tale fenomeno è da attribuirsi ad una fisiologica riduzione della riserva ovarica a cui si sovrappone un contestuale peggioramento della qualità delle cellule uovo. Più nello specifico, si stima che dai 35 anni, età in cui circa il 50% degli ovociti risulta aneuploide, si arrivi ad una percentuale di aneuploidie di circa il 90% all’età di 42 anni. E’ quindi importante per ogni donna che pianifica una gravidanza non procrastinare eccessivamente il momento del primo concepimento;
      • Disordini ovulatori: l’anovulazione rappresenta una disfunzione del ciclo mestruale caratterizzata dall’assenza dell’ovulazione. Fra i disordini ovulatori, la Sindrome dell’Ovaio Policistico rappresenta l’endocrinopatia più frequente nelle pazienti in età riproduttiva. Essa si caratterizza per irregolarità mestruali, fino a quadri di vera e propria amenorrea, iperandrogenismo e aspetti ecografici caratterizzati da ovaie con un numero di follicoli superiore alla media. Tale quadro clinico è spesso associato a eccesso ponderale e insulino-resistenza. Il cambiamento nello stile di vita e l’adozione di regimi nutrizionali finalizzati alla perdita di peso sono spesso sufficienti a favorire l’ovulazione spontanea e il concepimento. In alternativa, è possibile utilizzare farmaci in grado di ripristinare l’ovulazione. Il ricorso a tecniche di riproduzione assistita è infine una valida alternativa per ottenere la gravidanza nelle pazienti resistenti alle strategie precedenti. Anche i distiroidismi e le iperprolattinemie sono sovente responsabili di alterazioni del ciclo mestruale e quadri di infertilità, richiedendo approcci terapeutici multidisciplinari di tipo endocrinologico;
      • Endometriosi: l’endometriosi è una patologia cronica caratterizzata dalla presenza di cellule dell’endometrio (la mucosa uterina interna) in sedi anomale (ovaie, parete interna o esterna dell’utero, peritoneo, vescica, intestino, retto etc). Tali cellule sono suscettibili all’attività degli ormoni sessuali e pertanto, sotto stimolo degli estrogeni, possono crescere dando vita alla formazione di noduli, cisti o aderenze fibrotiche pelviche. Essa si caratterizza per quadri di dismenorrea, dispareunia, algie pelviche croniche e infertilità. I processi infiammatori pelvici tipici dell’endometriosi, infatti, sono in grado di sovvertire la fisiologica motilità delle tube e quindi la captazione dell’ovocita. Le cisti endometriosiche, inoltre, possono alterare la composizione del liquido follicolare in cui cresce l’ovocita stesso. Affidarsi a specialisti del settore significa diagnosticare in maniera tempestiva la malattia e ricevere indicazioni terapeutiche personalizzate; queste spaziano da semplici follow up clinici ad interventi chirurgici finalizzati non sono alla rimozione delle lesioni, con notevole miglioramento della qualità di vita, ma anche alla realizzazione del proprio desiderio riproduttivo;
      • Fattore tubarico: l’infertilità tubarica si manifesta in caso di alterazioni morfologiche e/o funzionali della tuba. Patogeni quali Chlamydia Trachomatis e Neisseria Gonorrae sono responsabili di infezione tubarica (sovente con meccanismi di tipo “ascendente” a partenza dal canale cervicale) che può esitare, a sua volta, in quadri di salpingite acuta con conseguente compromissione della funzionalità dell’organo. Pregressi interventi chirurgici alla pelvi ed endometriosi possono inoltre spesso favorire la formazione di aderenze, responsabili di alterazioni della morfologia e della funzionalità delle tube stesse. La terapia consiste nella correzione chirurgica delle anomalie e nella rimozione delle aderenze. Nei casi di danno irreversibile e nelle pazienti desiderose di prole la scelta di procedere a protocolli di fecondazione in vitro rappresenta l’unica alternativa possibile;
      • Fattore uterino: malformazioni congenite (utero setto, utero subsetto, utero bicorne, etc) o acquisite (presenza di polipi endometriali o miomi che sporgono all’interno della cavità) sono responsabili dell’alterazione anatomica della cavità uterina con conseguente difficoltà nell’annidamento dell’embrione. La presenza di miomi, inoltre, può essere associata a infertilità per alterata contrattilità uterina, per modifiche della vascolarizzazione e per infiammazione endometriale. La presenza di tali formazioni endocavitarie può infine essere responsabile di aborti per rigetto dell’embrione stesso. Individuare tali difetti morfologici è di primaria importanza nell’iter diagnostico delle coppie infertili, al fine di identificare precocemente le pazienti che possono beneficiare di correzione chirurgica attraverso isteroscopie operative;
      • Fattore cervicale: anche alterazioni morfologico/funzionali del canale cervicale possono essere responsabili di quadri di infertilità. Ostacoli meccanici, quali aderenze e sinechie, possono infatti rendere difficoltosa la risalita degli spermatozoi dalla vagina. Infezioni da patogeni intracellulari come Chlamydia Trachomatis e Mycoplasma Hominis o la presenza di anticorpi anti spermatozoo possono inoltre alterare la composizione e il pH del muco stesso, con conseguente ostacolo al passaggio del liquido seminale. In alcuni casi, avvalersi di tecniche quali l’inseminazione intrauterina consente, dopo la risoluzione delle infezioni, di bypassare con successo le alterazioni del canale cervicale.
      Gallery Fotografica
      Video
      Play Video
      Play Video