Con la sentenza n°162/2014 la Corte costituzionale ha sancito l’illegittimità del divieto di fecondazione eterologa (cioè con ovociti e/o seme esterni alla coppia) previsto dalla legge n°40/2004. Ciò permette, quindi, il ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo alle coppie cui venga diagnosticata una patologia causa di sterilità assoluta ed irreversibile.
 
Le tecniche di PMA con seme di donatore si possono effettuare nei casi di azoospermia, gravi alterazioni seminali, mancata fertilizzazione dopo ICSI in cicli precedenti o alto rischio di trasmissione di malattie genetiche alla prole. In base alle caratteristiche della partner è possibile eseguire un’inseminazione intrauterina (IUI) oppure ricorrere al concepimento mediante fecondazione in vitro (ICSI).
 
L’ovodonazione (o donazione di ovociti) può essere eseguita da tutte quelle donne che non possono concepire perché, pur avendo un utero sano, non possono fornire i propri ovociti: donne in menopausa precoce, donne le cui ovaie sono state asportate chirurgicamente, donne con insufficienza ovarica a seguito di trattamenti radio e/o chemioterapici, donne con ripetuti fallimenti di fecondazione in vitro con i propri ovociti e donne in età riproduttiva avanzata.
 
Tutte le procedure sono eseguite rispettando la normativa vigente. Le donazioni di gameti sono volontarie e gratuite. La selezione dei donatori avviene in base all’età, all’anamnesi sanitaria e medica, a valutazioni su fattori di rischio; sono inoltre previsti test di tipo infettivo e genetico.